Der musik macht Frei


In occasione delle Giornate tematiche realizzate dal nostro Istituto all'interno del progetto "Il filo della Gentilezza" l'alunna Miriam di Ridolfo della classe di scuola secondaria di I grado ha realizzato il seguente lavoro di sintesi coaudiuvata dalla docente di musica Porf.ssa Mastrodonato Aida.

"Der Musik macht frei"- La musica rende liberi -

 

27  gennaio Giorno della Memoria

 

E quando tutto sembrava perduto rimaneva solo la musica….“Suonavamo per uomini capaci di commuoversi all’ascolto di note suonate in modo sublime da un gruppo di donne stremate e di non provare nessun sentimento mentre ne mandavano ogni giorno centinaia alla camera a gas”.
Noi ragazzi dell’ Istituto Comprensivo di Difesa Grande, come ogni anno, continuiamo il nostro viaggio per non dimenticare. Quest’anno abbiamo fatto un affondo sulla musica scritta nei campi di concentramento da musicisti deportati, molti dei quali morirono nelle camere a gas. Il repertorio è molto vasto e propone testi e musiche di grande bellezza, con parole struggenti, spesso opera di poeti. Durante l’incontro in continuità con le classi quinte abbiamo conosciuto e analizzato storie di uomini e donne che grazie alla musica hanno trovato il coraggio di sopportare gli orrori.

E' la straordinaria storia del “Violino di Auschwitz”


 scritto da Anna Lavatelli e illustrato da Cinzia Ghigliano. Abbiamo letto la storia di un violino che da Tradate insieme alla sua giovane proprietaria, Eva, una ragazza di soli 22 anni, è arrivato fino al Campo di Birkenau per poi tornare a casa purtroppo senza di lei. Ora è conservato presso il Museo Civico di Cremona.

Il violino rimarrà fino al 27 gennaio 1945 nella baracca dove sono conservati gli oggetti appartenuti ai deportati. Il fratello di Eva, Enzo, sopravvissuto al campo e tornato a Torino, porterà il violino da un liutaio per farlo sistemare, ma non tornerà mai più a riprenderlo.
Carlo Alberto Carutti, collezionista di strumenti musicali d'epoca, lo trova presso un antiquario di Torino nel 2014. Carutti comprende che si tratta di un Collin-Mezin e decide di acquistarlo, scoprendo solo in seguito tutta la storia dello strumento e rinvenendo al suo interno il cartiglio che Enzo aveva mandato alla sorella.

Oggi il violino è conservato al Museo del violino, Fondazione Stradivari di Cremona, dal quale viene fatto periodicamente uscire per concerti autorizzati dalla proprietà.

  


 Nei campi di concentramento, la musica, nella sua pretesa di essere armonia del mondo si trasforma nel suo contrario: diventa contraddizione, complessità, disarmonia nel cuore di un’epoca. E, si trova invischiata, come strumento, nell’inferno dei lager. Anzi, diventa parte integrante della loro organizzazione, accompagna al patibolo. Gli ufficiali delle SS costringono un gruppo di detenuti a cantare in coro per coprire il rumore di una fucilazione in massa di prigionieri russi.

 

Ora capiamo perché Enzo fu costretto a nascondere il biglietto dentro al violino con la scritta DER MUSIK MACHT FREI "La musica rende liberi" e sei misure musicali a “canone inverso”, una composizione molto particolare simile alla parola palindroma.

 


 

Oggi studiato e analizzato da musicisti e storici, il canone inverso continua ad affascinare. Non essendo indicato il tempo musicale e la chiave di lettura presenta segni e riferimenti che fanno pensare ad un codice segreto pensato da Enzo per comunicare con la sorella.

 

 


 Inoltre, intarsiata sul fondo, troviamo la stella giudaica a sei punte in madreperla e inciso il numero 168007, il numero di matricola di un tal Enzo Levi Segre, deportato ad Auschwitz.

 


 Il messaggio che Enzo lascia con la sua frase è sicuramente collegato al motto posto sull'ingresso di molti campi di concentramento: Arbeit macht frei: Il lavoro rende liberi. Enzo scrive Der musik macht frei ....La musica rende liberi, come a voler sottolineare l'importanza della musica come simbolo di libertà. E’ parte del mondo in cui ogni giorno siamo immersi, diventa linguaggio ed espressione di messaggi forti come quello che ci invita a dire che la musica è collegata al bene e può rendere gli uomini liberi. Toccante ascoltare alcuni brani, prima su tutti la “Wiegala” di Ilse che testimonia la forza della musica.


 

Le lezioni sul tema della Shoah, sono state declinate in due percorsi: educare, trasmettere la memoria e il tema della musica come motivo di salvezza. Un particolare approfondimento è stato dedicato alla figura di Ilse Weber, autrice di narrativa per ragazzi, suonava la chitarra e componeva melodie struggenti, le ninne nanne per tutti i bambini di cui si prendeva cura.


Ilse Herlinger Weber nasce a Witkowitz nel 1903 e muore ad Auschwitz nel 1944. Poetessa e scrittrice di testi teatrali per bambini, nel 1930 sposa Willy Weber e si trasferisce a Praga, scrivendo per periodici per bambini e lavorando per la radio ceca.

A seguito dell’occupazione nazista del 1939, messo in salvo in Svezia il figlio maggiore, Hanus, la famiglia viene rinchiusa nel ghetto di Praga. Nel 1942 Willy, Ilse e il figlio minore Tommy vengono trasferiti nel campo di concentramento di Theresienstadt, dove Ilse si cura dei bambini dell’accampamento, facendo di tutto per aiutarli senza il sussidio della medicina (proibita ai prigionieri ebrei). Durante la prigionia, compone oltre 60 poesie e intrattiene i bambini accompagnandosi con una chitarra, per non far loro sentire l’orrore che li circonda.

 

Nel 1944 Willy viene trasferito ad Auschwitz e Ilse sceglie di seguirlo, con il figlio Tommy. Insieme a loro, anche i bambini dell’infermeria di Theresienstadt. Prima di partire per Auschwitz, Willy nasconde sotto terra in tutta fretta, nel capanno degli attrezzi, le poesie e canzoni che la moglie aveva composto nei due anni di detenzione a Theresienstadt.

 

 

 

 

Arrivati ad Auschwitz lei ed il figlioletto Tommy vennero subito uccisi. Willi sopravvisse e poté poi riabbracciare Hanus, il figlio sopravvissuto, recandosi anche Theresienstadt per recuperare il pacco che aveva sotterrato.
Queste composizioni testimoniano le innumerevoli tragedie di tanti bambini e anziani che si sono consumate in quel campo di concentramento.

Di seguito il testo, la traduzione e i Link per l’ascolto musicale

Wiegala(Weber) Liv Migdal - YouTube

 

Wiegala (Lullaby) - Violin Cover - YouTube

 

Wiegala

Wiegala, wiegala, weier,
der Wind spielt auf der Leier.
Er spielt so süß im grünen Ried,
die Nachtigall, die singt ihr Lied.
Wiegala, wiegala, weier,
der Wind spielt auf der Leier.

Wiegala, wiegala, werne,
der Mond ist die Lanterne,
er steht am dunklen Himmelszelt
und schaut hernieder auf die Welt.
Wiegala, wiegala, werne,
der Mond ist die Lanterne.

Wiegala, wiegala, wille,
wie ist die Welt so stille!
Es stört kein Laut die süße Ruh,
schlaf, mein Kindchen, schlaf auch du.
Wiegala, wiegala, wille,
wie ist die Welt so stille!

 

Di seguito riportiamo la traduzione di Wiegala:

 

Fai ninna, fai nanna, mio bimbo lo sento
risuona la lira al soffiare del vento,
nel verde canneto risponde l’assolo
del canto dolce dell’usignolo.
Fai ninna, fai nanna, mio bimbo, lo sento
risuona la lira al soffio del vento.

Fai ninna, fai nanna, gioia materna,
la luna p come una grande lanterna,
sospesa in alto nel cielo profondo
volge il suo sguardo dovunque nel mondo.
Fai ninna, fai nanna gioia materna,
la luna è come una grande lanterna.

Fai ninna, fai nanna, sereno riposa
dovunque la notte si fa silenziosa!
Tutto è quieto, non c’è più rumore,
mio dolce bambino, per farti dormire.
Fai ninna, fai nanna, sereno riposa
dovunque la notte si fa silenziosa.

 

 

A cura della prof.ssa Aida Mastrodonato


 

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